Il rito del mangiare

“In questo mio rapporto d’amore con la cucina non ho né mediazioni, né prescrizioni: io sono il creatore della scena e il suo esecutore, il demiurgo che trasforma le inerti parole di una ricetta in una saporita e colorata realtà, armonizzando e proporzionando gli ingredienti, percependo anche emotivamente il giusto punto di cottura, partecipando visceralmente alla frittura delle patatine, soffrendo con l’aglio dentro l’olio bollente, estasiandomi di soffritto, beandomi d’ogni sugo, perdendomi fra gli aromi e gli odori, amando una fogliolina di basilico appena colta, immolata sui fumanti maccheroncini al pomodoro…”

Un’ispirazione suggestiva, pervasa dalla morale epicurea della gioia, del piacere stabile della vita attraverso il recupero di una dimensione rallentata, fatta di racconti, di narrazioni, di pause e di riflessioni.

Ci ritroviamo dopo gli anni dell’Università al cospetto di un misero tè verde e di un triste decaffeinato a parlare di cucina, di opulenza, di sapori, di qualità e di eccellenze…di materie prime, ma sopratutto di un’idea ambiziosa di realizzare una finestra di cultura gastronomica un po’ atipica, che abbracci filosofie di vita mettendo in relazione in modo appassionato il cibo ed il sapere. Narrazioni coinvolgenti, con palesi riferimenti all’arte, al cinema, alla letteratura, che stimolino un appetito intellettuale per cui la descrizione del “pippiare” di un ragù in una pentola in rame possa riportare alla memoria momenti di vita vissuta, i nonni..le domeniche..la storia.

Gli Abbuffoni hanno una chiara origine cinematografica, ispirati dai temi della denuncia sociale, dalle crisi esistenziali, dal naturalismo umano di una grande pellicole del 1973 diretta da Marco Ferreri: “La grande abbuffata”; film “fisiologico” dove gli attori interpretavano il cibo in una sorta di attacco feroce alla società dei consumi.

L’architettura di questa piattaforma non prevede schemi preordinati, ma si struttura sull’idea di un coordinamento progressivo fondato su stesure appassionate di narrazioni stuzzicanti, stimolate dalla fantasia, dalla sensibilità, dal genio..e dal pathos. Parliamo dell’arte culinaria, dei piatti della cucina di territorio, delle eccellenze, delle materie prime, proponiamo idee e promozioniamo iniziative ed eventi legati alla cultura del cibo, alla conoscenza della qualità.

Il rito del mangiare diventa il social-network della storia e si riconosce in tanti momenti che, attraverso analisi minuziose e viscerali, guidano il lettore tra i profumi e i rumori della cucina, le fasi di “allestimento” della tavola, il servizio, l’atmosfera, i colori…tutti tasselli di un quadro conviviale che inserisce l’ars culinaria tra le arti figurative della cultura italiana.

Gli Abbuffoni è un progetto inclusivo che punta molto sulla dottrina cinematografica di genere degli anni 60/70 che racconta la storia sociale e familiare degli italiani attraverso la tavola..luogo in cui i legami col mondo si sospendevano, dove negli occhi e nei sorrisi traspariva il senso temporaneo di una pausa sanificante del tempo. Un tour cinegastronomico che dagli anni del neorealismo di Monicelli, Comencini, De Sica..da Aldo Fabrizi ad Alberto Sordi ci riconduce all’epoca contemporanea attraverso riflessioni, pensieri, tendenze ed orientamenti  di quello che può definirsi il più alto rito domestico: il Cibo.

Francesco Salvione

(Nelle foto, gli Abbuffoni: Francesco Salvione e Marzio Di Mezza)

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